fotografie Paolo Porto (1 e 2), Margherita Masè (3 e 4)
Crediti
concept, coreografia e danza: Ilenia Romano
musica: Stefano Scodanibbio, Voyage that never ends [I Voyage started, II Voyage interrupted, III Voyage continued, IV Voyage resumed]
esecuzione musicale dal vivo: Giacomo Piermatti
light design: Leonardo Badalassi
collaborazione drammaturgica: Roberta Nicolai
produzione: PinDoc
con il contributo di MiC e Regione Siciliana
con il sostegno di: Teatro del Carro/Residenza Artistica MigraMenti-Badolato, Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni, ResiDance - azione del Network Anticorpi XL, CSC - Centro per la Scena Contemporanea/Bassano OperaEstate Festival Veneto, IntercettAzioni/CLAPS Circuito Lombardia, Centro di Residenza della Toscana (Armunia-CapoTrave/Kilowatt) - Comune di Sansepolcro
"Contatto la mia ‘corda interiore’. Mi addentro nelle possibili vie del viaggio tra micro e macro, tra dentro e fuori. Apro il percorso ad emanazioni, deviazioni, aspettative, approdi illusori da smentire e rivelare poi come passaggi di stato. Sottraggo e affermo presenza ‘volontaria’ al mio corpo affinché questo possa svelarsi come materia sensibile che reagisce alle onde sonore. Procedo nella massima essenzialità del mio agire. Innesco le possibilità di ‘scordatura’ tra il mio movimento e il suono, esplorando il limite e la natura di questa tensione da non strappare. Incontro le risonanze di altri corpi presenti: il contrabbasso, il musicista, gli spettatori. Si manifesta mediante me lo spazio vibrante del suono, fatto di reticolati più o meno fitti, di piani ribaltati, di tratti ora retti, ora curvilinei, spiraloidi e sinusoidali. Il centro non trova fissità, si deforma con spinte e fuoriuscite di vettori. Mi lascio andare ai ritorni “liberati” e mai uguali a se stessi di ciò che ho attraversato. Processo il mio movimento tra le intercapedini di una minuziosa partitura coreografica. Tra le fibre di questa materia strutturata, respiro nella vitalità delle forme attendendone le trasformazioni necessarie. Connetto intuizioni, sensazioni fisiche e immaginari che si nutrono vicendevolmente, in vaga ossessività tra affondi materici e slanci di levità verso dimensioni del sottile."
Strings è un lavoro di sperimentazione sul rapporto di assonanza- dissonanza- risonanza tra movimento e musica. Il suono di un unico ‘strumento corpo’ intesse un dialogo estemporaneo col suono del contrabbasso di Voyage that never ends, opera del grande maestro di evoluzioni timbriche, Stefano Scodanibbio. Tra le maglie di questo legame costantemente teso alla ‘scordatura’ vengono indagate le molteplici possibilità espressive della danza nella sua massima astrazione, all’interno di una struttura coreografica definita nel macro che viene ogni volta rivissuta e ricreata nel micro (similarmente alla natura processuale della composizione musicale). La vibrante interazione tra movimento e suono riplasma lo spazio in configurazioni di diverse densità, volumi e traiettorie. Le modificazioni di stato e textures del corpo in rapporto ai vari parametri sonoro-cinetici, determinano cambiamenti a livello energetico, dinamico, percettivo, e creano insieme alla musica le condizioni per un’esperienza sensoriale fortemente immersiva.