VOLEVO ESSERE GLI DEI

fotografie Raffaele Marino (le tr efoto di scena)

Crediti

ideazione e coreografia Fabio Ciccalè
interprete Fabio Ciccalè
consulenza drammaturgica Danila Blasi
disegno luci Danila Blasi e Livia Caputo
responsabile di produzione Cristina Sammartano
promozione Benedetta Boggio
produzione PinDoc
con il contributo di MiC e Regione Siciliana
con il sostegno di San Lò

Chi non ha mai sognato di essere un super eroe e di possedere i suoi super poteri? La super forza, l'invisibilità, il potere mutaforma, il teletrasporto, la telepatia, la capacità di volare o di vedere il futuro...Che meraviglia svegliarsi Wonder Woman, Doctor Strange, Spiderman, Captain Marvel, Hulk.
Eppure c'è qualcosa di meglio di questo. C'è qualcuno per cui questi non sono super poteri, ma la normalità della vita quotidiana. C'è chi si tramuta in cigno per conquistare una bella ragazza o scaraventa leoni in cielo con la forza di una sola mano. Chi indossa sandali alati per svolazzare qua e là e chi invece un elmo dell'invisibilità per sconfiggere i nemici.
Basta solo non essere umani. Basta solo essere divini.
E in una sorta di surreale rito teurgico l'autore e interprete di questo spettacolo, cerca di impossessarsi dei poteri delle dodici divinità olimpiche e di godere, come loro della vita eterna. Un sogno ad occhi aperti che fa i conti con la realtà dell'essere mortale, destinato a rovina fisica e mentale certa. Ma i sogni sono potenti e ignorano la realtà, tramutando così il corpo mortale dell'autore/attore in un corpo divino.
Attraverso simboli, attributi, animali, in un gioco di trasformismo teriomorfico, lo spettatore verrà accompagnato in tutte le stanze dell'Olimpo, dove incontrerà Zeus il donnaiolo, col suo alter ego toro e coi suoi fulmini tonanti. O Era, sua gelosissima moglie e sorella, in forma umana o in forma di pavone. O la stratega Minerva, la dea della pace e dell’intelligenza. E via dicendo per tutte le altre divinità.
Ma alla fine, c'è lei, sempre e solo lei: Venere, dea dell'amore e della bellezza, quella che tutti dovremmo alimentare in noi, in uno slancio di pace e amore universale. A metà strada tra una Miss America che invoca la pace nel mondo e una vecchia beatnik che urla “make love, not war”.

Oggi chiunque vorrebbe essere un supereroe. Io no.
Io sono all'antica. Io voglio essere una divinità.
Anzi io voglio essere tutte le dodici divinità dell'Olimpo.

F.C.