QUADRI

fotografie Stefano Simoni

Crediti

coreografia e regia Ricky Bonavita
assistente alla coreografia Valerio De Vita
interpreti Ricky Bonavita, Valerio De Vita, Enrica Felici, Yari Molinari, Emiliano Perazzini, Claudia Pompili, Francesca Schipani
produzione PinDoc
con il sostegno di MiC, Regione Siciliana

QUADRI si compone di:

Tancredi e Clorinda

RICKY BONAVITA coreografia,
ENRICA FELICI e YARI MOLINARI danza
ADRIAN MOORE musica

Due personaggi di un’ipotetica polis si affrontano e si confrontano in un incontro– scontro ricco di vari momenti di pathos ed enfasi. Lei guerriera e dominatrice, risoluta ed algida; lui prode presente ma sottomesso, complice ma irretito: una simbiosi e una sintesi con scambi di attacco e sfida, a distanza e ravvicinati, ma anche con attimi di partnering contenente poetico abbandono. Suggestioni ispirate ad alcune delle tematiche contenute nel famoso combattimento, rivisitate in chiave contemporanea su una partitura musicale di forte impatto acustico. Inserito all’interno di uno scenario che conferisce un dinamico contrasto all’azione scenica, il brano dalle forti tinte offre una complessa e ricca gamma di momenti diversificati, durante i quali i corpi dei danzatori dialogano presentando altrettante sfumature caratterizzanti i personaggi e il loro conflittuale rapporto, nell’evolversi della partitura musicale, coreografica e drammaturgica.

Metropolis

RICKY BONAVITA e VALERIO DE VITA coreografia
VALERIO DE VITA danza
DANIELE AMENTA e YARI MOLINARI costumi
ÅKE PARMERUD musica

In un ambiente naturalistico un personaggio metropolitano, del mondo tecnologico, una dicotomia visiva voluta per dar luogo ad altrettanti contrasti stilistici ed emotivi. All’interno di una scenografia che già di per se propone geometrie architettoniche accompagnate da morbidezze paesaggistiche, il corpo si inserisce come protagonista assoluto di un viaggio simbolico, onirico all’interno di un quadro urbano. Un accattivante incontro nel quale gestualità e dinamica si coniugano in multiformi proposte visive che potrebbero condurre lo spettatore in una possibile catarsi scenica.

White Mood

RICKY BONAVITA coreografia
ANDREA DI MATTEO danza
DANIELE AMENTA, YARI MOLINARI costumi
PATRICK ASCIONE musica

Un personaggio onirico, nostalgico, leggermente boschivo e a tratti angelico si muove in un luogo– scena dove e con il quale la materia del suo danzare è in stretta connessione. Il movimento del corpo si permea di stimoli e possibilità motorie in continua alternanza di impulsi, forme e volumi, indagando su una partitura sonora che offre intriganti sonorità elettroniche con un‘ambientazione ricca di contrasti ritmici. In stretto collegamento anche con il proprio mondo interiore, il personaggio offre spunti poetici nei quali la partitura coreografica si articola in una stretta connessione materica con il luogo, costruendo anche sul piano emozionale la drammaturgia stessa del brano.

In questo tempo di disagio universale si va ad iscrivere un nuovo progetto coreografico della Compagnia Excursus/PinDoc a firma di Ricky Bonavita, che vede al suo interno nuovi stimoli e spunti creativi. Si tratta di un programma contenitore con nuovi allestimenti di sezioni coreografiche appartenenti al repertorio più recente della compagnia, accompagnati da brani di nuova creazione, con possibilità di allestimento e fruizione diversa a seconda dei luoghi performativi scelti. Tornano le tematiche emozionali e il lavoro sempre caro a Bonavita sulla caratterizzazione dei diversi personaggi, nonché sulle relazioni che fra di essi intercorrono in scena, ma con anche nuovi punti di vista, nuove possibilità creative e compositive, modalità di contatto a distanza, per azioni non narrative, sempre considerando però un forte tessuto drammaturgico e al tempo stesso una regia che possa diversamente concepire la serata a seconda della composizione del programma. Una forte connessione e condivisione su contenuti comuni, ma in qualche modo più solistica come concezione coreutica e partitura coreografica. Una nuova possibile indagine di ricerca sul corpo che lo vedrà come strumento per riprendere in mano la danza e l’arte scenica, asservendolo a nuove azioni drammaturgiche, nuove modalità espressive.