we are who we are (working title)
Michael Incarbone
17 > 23 dicembre
In residenza con Max Gomard presso KLAP Maison de la danse di Marseille
"where you can find me" "disappearance" "FLLNGLS" di Michael Incarbone in residenza dal 29 gennaio al 23 febbraio con realizzazione di un cortometraggio presso "Le Gymnase CDCN di Roubaix" come artisti selezionati per il Nuovo Grand Tour 2024, realizzato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura in collaborazione con l'Istitut Francais e l'Istituto di Cultura Italiano a Parigi
Paola Bianchi
coreografia e danza Paola Bianchi
audiovisual design Stefano Murgia
collaborazione artistica Roberta Nicolai
costumi PianoB
residenze artistiche FAA Bataville-Moussey (FR)
con il supporto di KOMM TANZ/PASSO NORD progetto residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni
produzione PinDoc
coproduzione Teatri di Vetro
con il contributo di MiC e Regione Sicilia
10 settembre ore 17:30
FAA Moussey (Francia)
Festival Des Antipodes
Paola Bianchi
coreografia Paola Bianchi
audiovisual design Stefano Murgia
collaborazione artistica Roberta Nicolai
costumi PianoB
residenze artistiche FAA Bataville-Moussey (FR)
con il supporto di KOMM TANZ/PASSO NORD progetto residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni
produzione PinDoc
coproduzione Teatri di Vetro
con il contributo di MiC e Regione Sicilia
fotografia di Gianluca Camporesi
23 maggio – 3 giugno 2022
FAA - Moussey (Francia)
FABRICA 57770, FAA - in residenza artistica al FAA di Moussey (Francia) - è il primo approdo di FABRICA, un’indagine sui corpi del lavoro, un’impresa ambiziosa e in qualche modo sterminata. Dai lavori propriamente fisici a quelli intellettuali, dai lavori odiati a quelli amati, dai lavori salariati ai lavori a rischio economico personale, le tipologie sono infinite così come le reazioni a tali tipologie. Una cosa però accomuna tutti i tipi di lavoro: il corpo, sia esso pressoché immobile o in continuo movimento. Il corpo agisce e subisce, il corpo esiste e difficilmente resiste, il corpo si trasforma. Ed è proprio quella trasformazione il punto centrale dell’indagine. I gesti reiterati per anni si insinuano tra le pieghe dei muscoli, dei tendini, delle ossa, il lavoro marchia anima e corpo di un’intera vita.
FABRICA 57770 scava negli archivi mnemonico-corporei di lavoratori e lavoratrici di diverse generazioni e nell’archivio storico della Bata, un’indagine che abbraccia la storia, che interroga lo spazio, perché lo spazio determina i corpi che lo abitano e quello spazio determina il disegno coreografico. Lungi dal riprodurre i gesti del lavoro in una sorta di coreografia di chapliniana memoria, FABRICA 57770 non prevede compassione. C’è assunzione per mezzo di destrutturazione. Cosa significa allora trasformare un gesto produttivo in un gesto che non produce materia, un gesto che trasforma e crea materia, in un gesto che crea qualcosa di immateriale?
FABRICA 57770 si inscrive all’interno di ELP ed è la prima tappa di un lungo viaggio tra i luoghi e i corpi del lavoro, un viaggio atto a creare una mappa affettiva di quei corpi e di quei luoghi.